sabato 7 giugno 2008

la rivoluzione del valore aggiunto

Ogni periodo storico ha i suoi problemi, e pochi mezzi per risolverli.
Ha ragione Laura, oggi la rivoluzione non consiste nel ribaltare il potere con un salto di continuità.
Non si può pensare di levare il potere a chi ce lo ha, perché sarebbe come negare il concetto di proprietà privata..
La strada giusta è identificare chi acquisisce ricchezza e potere senza dare niente in cambio. Cioè i maghi del valore aggiunto zero.
Quindi senza prendercela con i soggetti del processo dobbiamo identificare e rimuovere tutti i processi che incamerano ricchezza e hanno valore aggiunto zero.
Se un petroliere nel suo ruolo di anello della distribuzione non aumenta il valore del petrolio, ma ne aumenta vertiginosamente il prezzo allora va tagliato fuori razionalizzando il processo di distribuzione.
Se un banchiere con i miliardi che ha in tasca non riesce a farseli fruttare e a dare gli adeguati interessi a chi glieli ha prestati, bisogna trovare un modo che induca i risparmiatori a non affidare più i propri soldi a lui.
Se un impiegato statale fa solo da passacarte e la tecnologia lo può rimpiazzare ad un costo molto inferiore, si deve introdurre la tecnologia.
Se la Triade o una qualsiasi multinazionale sfrutta il gap tra costo del lavoro in occidente e oriente per arricchirsi va tagliata fuori, identificando i processi che consentono al denaro di finire nelle mani di chi lo produce e non di chi lo detiene.
Ognuno nel suo piccolo e nel suo contesto potrebbe iniziare ad eliminare processi che generano valore aggiunto zero dalla propria vita. Se tutti nel proprio piccolo lo facessero realizzeremmo questa sorta di grande utopica rivoluzione.